Una recente sentenza della Cassazione ha accordato la tutela di un progetto o di un’opera di arredamento di interni ai sensi dell’art. 2, n. 5, Legge 633/1941 sul Diritto d’Autore, proteggendo il “Concept Store” da eventuali imitazioni.
Il “Concept Store” è una struttura commerciale caratterizzata dalla centralità dell’atmosfera, cioè dalla messa in scena del prodotto attraverso l’allestimento e la spazialità del negozio, che invita il cliente a immergersi nell’esperienza emotivo-culturale dello shopping. Nel Concept Store, perciò, prevale la necessità della costruzione di un percorso sensoriale, in grado di identificare e comunicare con coerenza uno stile di vita attraverso la cura di ogni dettaglio, dall’allestimento al packaging, al personale, ai servizi accessori.
Il Concept Store, perciò, può essere monomarca o promuovere differenti prodotti messi tra di loro in rapporto sulla base del valore aggiunto concettuale offerto dal negozio o, ancora, può proporsi come punto vendita iper-specializzato e iper-settoriale.
Le aziende tendono ad avviare più punti vendita i quali, seppur tra loro differenti dal punto di vista dimensionale e spaziale, sono arredati e allestisti seguendo un unico “stile”. Di tal modo il cliente non solo è in grado identificare e distinguere il Concept Store da quelli di un altro concorrente, ma anche vivere la medesima esperienza di shopping in ciascun punto vendita della stessa azienda.
Con la sentenza n. 8433 del 30 aprile 2020, la Corte di Cassazione ha affermato che “in tema di diritto d’autore, un progetto o un’opera di arredamento di interni, nel quale vi sia una progettazione unitaria, in uno schema in sé visivamente apprezzabile, che riveli una chiara «chiave stilistica», di singole componenti organizzate e coordinate per rendere l’ambiente funzionale ed armonico, ovvero l’impronta personale dell’autore, è proteggibile come progetto di opera dell’architettura, ai sensi dell’art. 5, n. 2, l.a. («i disegni e le opere dell’architettura»), a prescindere dal requisito dell’inscindibile incorporazione degli elementi di arredo con l’immobile, non presente nella suddetta disposizione, o dal fatto che gli elementi singoli di arredo che lo costituiscano siano o meno semplici ovvero comuni e già utilizzati nel settore, purché si tratti di un risultato di combinazione originale, non imposto da un problema tecnico-funzionale che l’autore vuole risolvere”.
La pronuncia della Suprema Corte ha concesso piena tutela al Concept Store dal punto di vista del diritto d’autore in quanto reputato come opera dell’architettura, ai sensi dell’art. 2, n. 5 della Legge sul Diritto d’Autore, qualora ricorra una progettazione unitaria degli spazi e degli arredi, dotata di creatività ed elevato carattere di stile, non dettati dall’esigenza di superare un problema tecnico.
La pronuncia rappresenta una importante estensione della tutela concessa dal diritto d’autore e deve essere di stimolo sia per gli studi di architettura e design di interni, sia per le aziende con spazi espositivi commerciali su modello Concept Store, per adottare tutte le misure in grado supportare la tutela dei propri diritti, ad esempio, mediante deposito presso la SIAE degli elementi grafici raffiguranti il layout del Concept Store.